Gentile Signora, Egregio Signore,
qualora stia considerando la possibilità di sottoporsi a una visita medica
presso di me, desidero informarLa su ciò che significhi, e più precisamente
comporti, migliorare il Suo stato di salute.
Le ragioni che m’inducono a scrivere questa lettera e a pubblicarla in questa
sede sono diverse: il fatto per esempio che alcuni affrontino distanze anche
considerevoli per raggiungere i miei studi, nonché una certa attesa per
ottenere un primo appuntamento - per non parlare dell’investimento in termini
di tempo, denaro ed energie che questo percorso terapeutico in particolare
prevede.
Poiché ciò che più mi sta a cuore è non deludere le aspettative di un mio
paziente, non solo suggerisco a chiunque fosse interessato a diventarlo di
leggerla tutta e con attenzione, ma invito con franchezza coloro che stiano
già pensando di evitarla, a riflettere sull'opportunità d'intraprendere
successivi passi in questa direzione.
So quanto sarà poi impegnativo seguire le mie indicazioni terapeutiche (per
questo mi si sente ripetere di tanto in tanto che il mio "è un metodo per
tutti ma non da tutti!") e, per quanto mi è possibile, cerco di accogliere
esclusivamente pazienti motivati, facendo in modo che le persone che arrivano
fin qui lo siano al punto giusto da poter ottenere il massimo risultato.
Ecco dunque il perché di tanti passaggi - superare i quali significa già
dimostrare un buon grado di determinazione - ed ecco anche il perché di questa
lettera, volta appunto a scongiurare che qualcuno vi si appresti senza bene
aver compreso l’impegno che comporti.
Conclusa la premessa, parliamo ora un poco della visita.
Prima che uscissero i miei libri (in cui ho poi a più riprese avuto modo
d’illustrare e approfondire le ragioni e i risultati del mio metodo), molti fra i miei pazienti che si presentavano nel mio studio, vedendomi forse più interessato all’aspetto diagnostico-terapeutico, e solo parzialmente a quello nutrizionale, rimanevano a tutta prima un po’ disorientati.
Chi invece mi conosce, almeno come autore, certamente già saprà che quello
nutrizionale è soltanto uno degli aspetti su cui si basa la mia strategia
terapeutica. E a questo proposito, colgo l’occasione per chiarire che cosa io
effettivamente intenda per “terapia”: in sintesi, l’intera sequenza di
interventi, a differenti livelli, che propongo al mio paziente, e che
consentiranno al suo organismo di raggiungere la miglior condizione di salute
possibile. Ottimizzando il metabolismo, il mio intervento terapeutico potrà
avere come obiettivo, secondo i casi, di incrementare prestazioni atletiche
piuttosto che di eliminare un disturbo, di far dimagrire il paziente obeso
piuttosto che migliorarne le condizioni psicologiche, risolvendo un suo stato
ansioso o depressivo.
Di conseguenza, durante la visita, il paziente mi vede soprattutto impegnato a
cercare di capire quale sia la reale origine del malessere che accusa, e -
poiché nella maggioranza dei casi questi disturbi esprimono una sofferenza del
sistema psico-neuro-endocrino-immunitario (P.N.E.I.) - prevalentemente attento a
valutare la sua condizione psicologica, neurologica, immunitaria e ormonale
attraverso la lettura dei suoi esami del sangue, dei questionari compilati e
della sua storia clinica; a valutare il livello di acidità che ha raggiunto
l’organismo, il suo livello di idratazione, il suo livello d’intossicazione
tissutale, il suo stato d’invecchiamento (la differenza cioè fra la sua
apparente età biologica e l’effettiva età anagrafica), e infine lo stato di
salute dell’intestino, dal quale dipendono in modo significativo molti dei
nostri disturbi.
Una volta completo, questo quadro mi permette in genere d’impostare una
strategia terapeutica che, se correttamente seguita, non solo dovrebbe
consentire di raggiungere il risultato auspicato, ma nella migliore delle
ipotesi, di consolidarlo in modo duraturo e in un contesto di benessere
generale.
Nella migliore delle ipotesi, tengo a sottolinearlo. In medicina, come e forse
più che in qualsiasi altro campo, la serietà di un professionista risiede nella
consapevolezza delle proprie possibilità, ma soprattutto dei propri limiti. E se
dovessi ritenere che le problematiche per cui un paziente si rivolge a me
esulino dalle mie competenze o superino le mie possibilità, sarebbe mio scrupolo
indicargli lo specialista, o in ogni caso la via migliore per proseguire il suo
percorso diagnostico-terapeutico.
È importante che quanto detto finora risulti molto chiaro, soprattutto a quanti
lamentino problemi di peso o desiderino dimagrire aspettandosi che io rediga
loro una dieta dettagliata giorno per giorno. Non sono un dietologo, e le diete
che prescrivo rientrano sempre in un disegno terapeutico di più ampio respiro,
in linea cioè con la tipologia delle mie prestazioni. Si tratta più propriamente
di consigli nutrizionali personalizzati, sulla falsariga dei quali il paziente
dovrà sentirsi sollecitato a riformulare le proprie abitudini alimentari.
Certamente gli saranno suggeriti i metodi più efficaci per trarre il massimo dei
vantaggi, e lungo questo suo percorso potrà sempre avvalersi, ogniqualvolta ne
avvertisse il bisogno, dell’assistenza mia e dei miei collaboratori.
Mi sento particolarmente d’insistere su questo punto, poiché il successo di
questo programma passa sempre attraverso l’apprendimento e la presa di
coscienza di tutti quei meccanismi e quelle azioni, grandi e piccole, che
trasformano un risultato potenzialmente effimero in un’esperienza veramente
duratura.
Allo stesso modo, mi preme evidenziare l’aspetto relativo agli integratori
nutrizionali. Chi abbia letto i miei libri, sa anche che sono un sostenitore di
un corretto uso dell’integrazione fisiologica a base di vitamine, minerali,
antiossidanti e omega3. È molto frequente che decida di prescrivere
un’integrazione specifica ai miei pazienti. Mediamente, il costo da sostenere in
farmacia per seguire due, tre mesi d’integrazione è di circa 8-9 euro al giorno
(si tratta di una cifra discreta, ma tutto sommato è quanto parecchi
quotidianamente spendono per un pacchetto di sigarette e un paio di caffè, e con
effetti certamente meno positivi per il proprio organismo!).
Seguire questa integrazione non è indispensabile, ma evitarla, se prescritta,
potrebbe in qualche modo pregiudicare il buon esito della terapia, anche se
non è automatico che questo accada. Alcuni dei miei pazienti hanno deciso
d’interrompere l’integrazione fisiologica dopo pochi giorni e raggiunto
comunque un buon risultato. Però, nel rispettare le altre prescrizioni
(attività fisica, alimentazione, disintossicazione e meditazione) erano
veramente bravi!
Come ho accennato, il mio metodo prevede che il paziente segua un determinato
protocollo, il quale viene poi personalizzato sulla base di sue esigenze
fisiologiche e/o patologiche specifiche; nel caso di atleti, per il
miglioramento delle prestazioni.
Essenzialmente, il protocollo è articolato in cinque punti:
- Disintossicazione
- Alimentazione
- Integrazione
- Attività sportiva
- Tecniche antistress
Il programma di Disintossicazione di norma prevede alcuni giorni di
alimentazione a sola frutta ma non necessariamente grazie alla ciclizzazione proteica.
Nell’allegato “Perché la frutta”, scaricabile dalla mail che riceverà seguendo
le indicazioni (vedi, su questo stesso sito, nella sezione “prima visita”,
alla voce "informazioni"), potrà conoscere meglio i motivi di questo regime
preliminare.
Non sempre è necessario sottoporsi al programma di disintossicazione; in caso
però lo fosse, si tratterebbe comunque di una procedura formulata in relazione
alle proprie condizioni cliniche.
Inoltre, per quanto rigorosa e approfondita, la prima visita non può certo
consentirmi di conoscere dettagliatamente la storia clinica di un paziente. Per
poter escludere incompatibilità con eventuali altre patologie, o possibili
controindicazioni alla mia prescrizione, sarà dunque necessario acquisire il
parere del proprio medico di base. Per me è molto importante poter contare sulla
sua collaborazione, e a questo fine ho scritto una lettera aperta ai colleghi
(vedi: “lettera per il medico di base”) che, a Sua discrezione, potrà scaricare
dal sito e sottoporre al Suo medico.
Un parere del medico di famiglia sarà indispensabile, oltre che dopo la prima
visita, anche ai successivi passaggi del protocollo, compreso quello relativo
alle tecniche di attenuazione dello stress per ridurre le concentrazioni di
cortisolo (respirazioni addominali).
Se intende sottoporsi alla visita, tenga conto che il tempo necessario per
concluderla è normalmente compreso fra l’ora e l’ora e mezzo. Con me trascorrerà
i primi 30-40 minuti (sottolineo questo aspetto per quanti ancora pongono la
domanda se sia io in prima persona ad effettuare la visita), in modo che io
possa impostare un programma terapeutico adatto alle Sue esigenze. Nel tempo
restante i miei collaboratori Le spiegheranno invece come procedere dal punto
di vista pratico, ed eventualmente dietro mia indicazione effettueranno
ulteriori esami strumentali.
L’onorario per questa prestazione (così come per le altre per es. la visita di
controllo) lo trova nel sito alla online; se effettuerà il pagamento on-line o
tramite bonifico bancario usufruirà di una riduzione della cifra come troverà
spiegato sotto ogni voce.
Al termine della prima visita, il nostro lavoro è appena cominciato. Da quel
momento, fino alla successiva di controllo - cui dovrà presentarsi dopo un
periodo di 3-4 mesi - inizierà a seguire il Suo programma, tenendosi in
contatto con noi via mail o telefono attraverso il call-center.
Per quanto riguarda la visita di controllo, la durata è di 30-40 minuti. In
genere ne occorrono due o tre, fino a che il programma non sarà ben
assimilato; ma, evidentemente, ciascun caso specifico segue proprie priorità.
Sono convinto che uno dei presupposti-chiave per il successo della mia
strategia terapeutica sia l’informazione, e fra i consigli che il paziente
riceve per la corretta esecuzione del programma vi sono anche alcune letture
utili a comprenderne le ragioni.
Concludo con un argomento più leggero, caro a molte donne e sempre di più
anche agli uomini: l'estetica. Saprà forse che, oltre a essere specialista in
chirurgia generale, mi occupo anche di chirurgia e medicina estetica.
Partecipando ad alcuni congressi di chirurgia plastica negli Stati Uniti,
cominciai a sentir parlare di tecniche anti-invecchiamento molti anni fa.
I miei colleghi americani avevano iniziato a preoccuparsi che le condizioni di
salute delle loro pazienti (e di conseguenza le condizioni della loro pelle)
fossero portate ai massimi livelli, prima di sottoporle a interventi di
chirurgia estetica. In questo modo riuscivano a ridurre ai minimi termini gli
effetti indesiderati dei loro interventi. Osservando i sorprendenti risultati
che ottenevano, decisi di applicare gli stessi protocolli su me stesso, e in
seguito sui miei stessi pazienti.
Da allora la mia conoscenza si è molto accresciuta, e oggi sono ritenuto uno
dei maggiori esperti, in tema di ottimizzazione del metabolismo. Ma non ho
dimenticato l’estetica! Permettere a una persona di raggiungere condizioni
ottimali di benessere psico-fisico significa anche non trascurare la sua
estetica.
I miei principi guida rimangono però sempre l’equilibrio e l’armonia, e la mia
ricerca più decisamente orientata a una medicina estetica (che mi offre
l’opportunità d’intervenire in modo poco invasivo, migliorando progressivamente
l’estetica delle mie pazienti), piuttosto che alla chirurgia plastica, che quasi
sempre favorisce soluzioni più traumatiche.
Non si sorprenda, dunque, in caso Le capitasse d’incontrare, nei nostri studi,
persone più concentrate al perseguimento di obbiettivi estetici. Si trovano in
una fase avanzata del loro percorso terapeutico e, conquistata la salute,
stanno ora puntando, perché no, a una... “supersalute”!
Prenotare la visita è semplice. Alla voce call
center troverà i numeri ai quali rivolgersi per ottenere
informazioni su date, studi
e modalità. Cliccando sulla voce “informazioni”
nella sezione “prima visita” troverà invece tutte le indicazioni per
raccogliere la documentazione necessaria alla prima visita, e l’elenco degli
accertamenti da eseguire.
Può darsi che il Suo medico ritenga inopportuno prescriverLe questi esami – e
questo per ragioni che potrà comprendere leggendo la “lettera
per il medico di base”. Si tratta comunque di analisi che è
possibile effettuare privatamente.
La ringrazio del tempo che mi ha dedicato, e mi auguro che questa lettera sia
stata il giusto contributo alla bontà della Sua decisione.
TORNA SU
|