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storie fabrizio duranti

La storia di Luigi

Fin da bambino ho fatto sport a livello agonistico passando dal nuoto alla pallacanestro, dallo sci al calcio e così via, fino a che, complice l’asportazione del menisco, ho scoperto all’età di trentaquattro anni il ciclismo. È stato subito amore a prima vista! Dopo l’intervento, su consiglio dell’ortopedico ho iniziato a pedalare per recuperare il tono muscolare, ma più passava il tempo e più mi appassionavo, e la bicicletta è diventata la mia grande passione. Nel luglio del 1996 (avevo cominciato da poco ad andare in bicicletta) ho partecipato alla mia prima gara Gran Fondo. In realtà, da vero incosciente, scelsi una delle più dure nel panorama ciclistico europeo: la Maratona delle Dolomiti (185 chilometri e oltre 4000 metri di dislivello). Ricordo come fosse ieri che arrivai al traguardo completamente distrutto, però proprio da lì partì la ricerca di un continuo miglioramento.

Per molti anni ho ritenuto che migliorare la propria condizione fisica dipendesse soprattutto da un giusto allenamento, ma con il tempo mi sono reso conto che oltre a questo incidono tanti altri fattori, a cominciare da una corretta alimentazione per finire con il benessere mentale. Sono sempre stato convinto che pane, pasta, dolci, e in genere i carboidrati complessi, fossero la benzina del nostro motore. Però il consumo, spesso smodato, di questi alimenti, mi faceva sentire «ingolfato», sovrappeso, e di conseguenza, alla lunga, insoddisfatto dei miei risultati ciclistici. Nonostante tutto, pur restando quasi sempre il migliore del mio team alle Gran Fondo alle quali partecipavo, ero convinto che non avrei potuto migliorare, dato che avevo ormai superato i quarant’anni, una soglia oltre la quale è praticamente impossibile incrementare le proprie performance.

Nel 2002 comincio a frequentare il mondo delle Randonnée (corse su lunghe distanze), partecipando alla Sicilia No Stop, che consisteva nel percorrere in bicicletta l’intero periplo dell’isola (1000 chilometri) in un tempo massimo di 75 ore. Impiego poco più di 61 ore e rimango affascinato da questo tipo di eventi dove, a differenza delle Gran Fondo e delle gare amatoriali, non c’è un agonismo esasperato e talvolta fuori dalle regole. Negli anni successivi faccio la Parigi-Brest-Parigi (1250 km), la Londra- Edimburgo-Londra (1400 km), la 1001 Miglia (1600 km), solo per citare le più famose. Ma mi sento sempre insoddisfatto, come se sentissi che avrei potuto fare meglio ma non sapessi come.

Nell’estate del 2007, quasi per caso, un’amica mi fa leggere un libro sulla dieta Zona. Rimango colpito dalle basi scientifiche su cui si regge questo regime alimentare. Continuo così a documentarmi leggendo i libri di Barry Sears e di altri autori italiani e a settembre inizio questo nuovo regime alimentare. Immediatamente si vedono i risultati: perdo sette, otto chili nel giro di un paio di mesi; mi sento molto bene fisicamente, avverto maggiore lucidità mentale e soprattutto in bicicletta mi sembra di volare. Ma dura poco, e sette, otto mesi dopo iniziano i problemi.

Continuo a documentarmi e, nei miei consueti giri domenicali in libreria, trovo il libro del dottor Fabrizio Duranti Supersalute con la Zona. Lo divoro letteralmente, perché riesco a trovare le risposte alle mie domande. Finalmente qualcuno che tratta di Zona e sport! Questo libro, nel quale si sottolinea l’importanza dell’integrazione della mente nello sport e nell’allenamento, mi fa capire che la risposta insulinica non è uguale per tutti, e che quindi l’uso di carboidrati ad alto indice glicemico, in alcuni casi, non solo è consentito ma addirittura raccomandato.

Folgorato sulla via di Damasco dalla competenza e dal metodo del dottor Duranti, dopo la lettura de Il circolo virtuoso del benessere e di Le 100 regole del benessere decido di diventare suo paziente, e nel febbraio 2009 sono a Perugia per la prima visita. Da quel giorno la mia vita è cambiata, senz’altro in meglio.

Come ho fatto? Innanzitutto ho cominciato un programma alimentare basato su un periodo di disintossicazione che contemplava giorni interi a base di sola frutta, inizialmente piuttosto ravvicinati poi da ripetere per un giorno due o tre volte al mese; un’alimentazione basata soprattutto sull’uso quotidiano di molta frutta e verdura (potere fortemente alcalinizzante) e cibi più adatti al mio gruppo sanguigno (A+) che hanno consentito di abbassare notevolmente il livello di acidità presente nel mio organismo e risolvere stati di infiammazione continui che mi assillavano (pubalgia, tendiniti eccetera); un programma di integrazione rigenerante, e ultimo, ma non per importanza, un percorso di meditazione attraverso le respirazioni addominali che mi hanno aiutato tantissimo a risolvere i problemi legati alla mia sfera emozionale.

I risultati sportivi non si sono fatti attendere e ho iniziato ad avvertire da subito sensazioni positive, aumento della resistenza e miglioramento della salute . Nel giugno 2009, dopo solo pochi mesi dall’inizio del mio percorso nel «circolo virtuoso del benessere» ho compiuto due performance ciclistiche per me impensabili fino a poco tempo prima, a distanza di quindici giorni l’una dall’altra: realizzo il miglior tempo assoluto nella Randonnée 1000 chilometri Sorrento-Tropea-Sorrento e porto a termine, nonostante abbia trascorso più di ventotto ore sotto la pioggia, la neve e il freddo, la Race Across the Alps, gara di 540 chilomentri con oltre 13.500 metri di dislivello nel corso della quale si scalano mitiche vette tra Austria, Italia e Svizzera, come lo Stelvio, il Gavia, il Mortirolo, il Passo Bernina eccetera.

Dopo circa sette mesi il dottor Duranti ha deciso di avviarmi alla macrobiotica. Per me questa è stata un’esperienza magnifica. Devo ringraziare anche mia moglie che, pur non essendo attratta dalle mie scelte alimentari, si è iscritta presso la sede di Un Punto Macrobiotico più vicina a noi; ha frequentato un corso di cucina nel quale ha appreso tutti i segreti della macrobiotica ed è diventata da allora la mia «cuoca» personale.

Il solo cambiamento del regime alimentare (mantenendo inalterati gli altri capisaldi del «circolo virtuoso del benessere») ha ulteriormente depurato il mio organismo, e ciò ha determinato grossi benefici sia a livello mentale (maggiore lucidità, qualità del sonno migliore eccetera), sia fisico (benessere complessivo generale). Per me il 2010 è stato l’anno della consacrazione nel mondo delle Randonnée: ho partecipato a ben sedici di esse per complessivi 8000 chilometri, riportando in ben otto manifestazioni il miglior tempo assoluto.

Nella «Nove Colli by Night» di 400 chilometri, nella quale si bissa il percorso dell’omonima Gran Fondo, ho avuto la grandissima soddisfazione del miglior tempo assoluto con arrivo in solitario e nella 600 chilometri della Magna Grecia (con oltre 8000 metri di dislivello) miglior tempo ex aequo. E ancora nella 1001 Miglia, la Randonnée più lunga d’Europa (1610 chilometri), il decimo posto (e a quarantotto anni suonati scusate se è poco!), migliorando il mio tempo rispetto alla precedente edizione svolta nel 2008 di oltre sette ore, e nella Sicilia No Stop (1000 chilometri), realizzando il secondo miglior tempo, abbassandolo, rispetto al 2002, di oltre tredici ore. Di solito il periodo invernale lo dedico al rilassamento, ma avverto comunque sensazioni diverse e più positive rispetto a un anno fa, sia nelle uscite in bicicletta sia nell’allenamento che di solito svolgo in palestra in questo periodo dell’anno.

A quasi due anni dalla prima visita con il dottor Duranti ho capito quanto sia importante curare l’alimentazione e trovare il benessere psicofisico attraverso piccole attenzioni quotidiane (meditazione, integrazione, scelta di cibi sani), che migliorano la qualità della vita. Un esempio su tutti: da

quando seguo l’integrazione del metodo Duranti non so più cosa siano un raffreddore, un’influenza, un mal di gola. Eppure, oltre al ciclismo che pratico per tutto l’anno, una parte del mio lavoro (biologo marino) la trascorro sott’acqua anche d’inverno, e quindi sono esposto forse più di tanti altri alle malattie da raffreddamento. Grazie, dottor Duranti!

(Da “Per sempre giovani” ed. Sperling & Kupfer)



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